giovedì 19 aprile 2012

L’ORSO INGANNATO DALLA VOLPE (Moldavia)

Scuola dell'infanzia di via Mazzini
C’era una volta una volpe molto furba, come tutte le volpi. Aveva tanta fame e per tutta la notte cercò qualcosa da mangiare ma senza riuscirci, così, non sapendo cosa fare si mise sotto un cespuglio a riposare e pensare.
All’improvviso sentì odore di pesce e guardando verso la strada vide un carro pieno di pesce. “Hmmm! E’ questo il cibo che cercavo“ pensò la volpe e si mise in mezzo alla strada fingendosi morta.
Quando il pescatore vide la volpe pensò subito che avrebbe fatto una bella sorpresa alla moglie con un coprispalle di pelliccia, così prese la volpe e la caricò sul carretto.
La volpe furba allora iniziò a buttare tutti i pesci giù dal carro, quando non ce ne furono più scese anche lui dal carro raccolse tutto il pesce e lo portò nella sua tana.
Mentre la volpe mangiava arrivò un orso che vedendo tutto quel pesce chiese alla volpe di dividerne un po’ con lei.
La volpe che non aveva alcuna intenzione di dividere il pesce con l’orso, gli disse che avrebbe potuto prenderne molto di più se avesse messo la sua coda nel lago e avesse aspettato fino alla mattina seguente che i pesci si attaccassero, poi avrebbe dovuto tirare la coda con forza e tutti i pesci attaccati alla coda sarebbero caduti a riva.
L’orso era indeciso ma l’odorino del pesce gli aveva messo appetito e così seguì il consiglio della volpe, andò al lago e si sedette con la coda nel lago. Quella notte era molto fredda, l’orso era intirizzito ma non si mosse. L’acqua si ghiacciò e diventò pesante vicino alla coda dell’orso e lui pensò di aver preso molto pesce, così la tirò con tutta la forza che aveva, ma il ghiaccio era più forte e così la coda si staccò dalla schiena dell’orso.
Dal dolore e dalla rabbia l’orso andò dalla volpe per vendicarsi, ma la volpe furba si nascose su un albero e così l’orso fu ingannato dalla volpe e rimase senza coda.


martedì 17 aprile 2012

MARTEDI’ NDER (Senegal)

Scuola dell'infanzia di via Mazzini
C’era una volta un villaggio in Senegal, al confine con la Mauritania, che si chiamava Walo. Gli abitanti di Walo erano spesso in conflitto con i mauritani perche’ questi ultimi volevano prendere le donne di Walo per farne delle schiave.
Un martedì mentre gli uomini di Walo erano a lavorare nei campi, i mauritani arrivarono al villaggio per prendere le donne, le donne però, per evitare di diventare schiave, si riunirono tutte dentro una capanna e si dettero fuoco.
Quando gli uomini di Walo videro il fumo, capirono che qualcosa stava succedendo, così tornarono al villaggio e scoprirono i mauritani, combatterono e vinsero, ma ormai era troppo tardi perché le donne erano tutte morte bruciate. 


INTERVISTA FRANCESCA: Due Paesi litigavano per le donne
FRANCESCO P.: gli uomini di uno le volevano prendere per farle schiave
RICCARDO: ma le donne non volevano e si chiudono tutte in una capanna
ALESSIA: e accendono il fuoco
FRANCESCO R.: gli uomini se ne accorgono e corrono ma è tardi
FRANCESCO P.: così nessuno ha vinto
CHE VUOL DIRE ESSERE SCHIAVIFRANCESCO P.: che devono lavorare tutto il giorno le donne e i maschi non fanno nienteALESSIA: le schiave non smettevano mai se no le ammazzavano
FRANCESCO P.: e nemmeno le pagavano
ALESSIA: e nemmeno le facevano bere lavoravano, poverine, e gli uomini andavano a dormire, le donne danno fuoco alla capanna per non essere schiave.

LA SCHIAVITU’ E’ GIUSTA?TUTTI: noooo

UNA PERSONA QUANDO NON E’ SCHIAVA E’LAVINIA: libera, la schiavitù è una cosa sbagliata perché quelle donne le facevano lavorare trattandole male
MATTIA: uno che può fare quello che vuole è libero

MA SI PUO’ FARE TUTTO?FRANCESCO P.: può fare quello che vuole, anche non lavorare, però ci sono le regole da rispettare
RICCARDO: in tutti i Paesi del mondo le persone vogliono essere libere
YASSER: però bisogna rispettare le regole
CARLOTTA: quelle del Paese dove stiamo
MICHELLE: ma in tutti i Paesi ci sono le regole
ALESSIA: e allora c’è il rispetto
FRANCESCO P.: sennò siamo cattivi, se si fa i bravi si guadagnano le cose
MATTIA: e un Paese funziona meglio
FRANCESCO P.: e tutti dobbiamo essere educati
FRANCESCO R.: e rispettare tutto, anche noi
RICCARDO: e gli altri
FRANCESCA: e le regole

DOMANDE ALLA MAMMMA DI FATIMAFRANCESCO P.: ma ci sono i telefoni?
MAMMA: ora si, tanto tempo fa no e allora mandavamo le lettere
ALESSANDRO: che giochi ci sono nel tuo Paese?
MAMMA: tipo la vostra campana
YASSER: che mangiate?
MAMMA: da noi si mangiano i cereali e poco riso e niente pasta
ALESSANDRO: a scuola?
MAMMA: andavamo a piedi e ci mettevo tanto tempo
CARLOTTA: il bagno in casa ce l’avevi?
MAMMA: si
FRANCESCO P.: le case erano uguali?
MAMMA: no l’acqua si andava a prendere al pozzo, 20 anni fa non c’erano i rubinetti
FRANCESCA: cosa c’è in Senegal?
MAMMA: in Senegal c’è il mare, leoni, serpenti, elefanti.

sabato 14 aprile 2012

I secchi d’acqua (Albania)

Scuola dell'infanzia di via Mazzini
Come ogni giorno, tre donne stavano intorno alla fontana ad attingere l’acqua. Lì accanto si era fermato a riposare un vecchio signore che veniva da un villaggio lontano. Disse una donna all’altra: - Mio figlio è svelto e coraggioso. - Il mio canta come un usignolo, disse la seconda. La terza donna se ne stava in silenzio. - Perché non ci dici qualcosa di tuo figlio? la sollecitarono le due donne. - Che cosa c’è da dire? È un ragazzo come gli altri, non c’è niente di speciale in lui, rispose la donna. Quando i secchi furono pieni d’acqua, le donne si avviarono verso casa e anche il vecchio si incamminò insieme a loro. A un tratto, corsero loro incontro i tre figli. Il primo si mise a fare ripetuti salti con scioltezza e agilità. La madre sorrise orgogliosa. Il secondo intonò una canzone con una voce melodiosa. Anche sua madre sorrise orgogliosa. Il terzo figlio corse dalla madre, prese i secchi pieni d’acqua dalle sue mani e si avviò verso casa. Le donne allora si rivolsero al vecchio: - Che cosa ne pensi dei nostri figli? - E dove sono? Io vedo solo un figlio, rispose l’uomo.

 Come aiuto gli altri?
Pignatello: L'aiuto a mettere la tavola
Alessia: Aggiustando i letti
Lorenzo D. : Non l'aiuto
Rosati: Piego i panni
Francesca: Lavo i piatti
Carlotta: Lavo i panni e apparecchio
Matilde : Piego i vestiti
Pignatello: Massaggio i piedi a mamma e a mia sorella
Sofia: L'aiuto a fare il letto
Syria: A tagliare l'anguria
Vittorio: L'aiuto ad accendere la lavatrice
Alice: io porto i panno sporchi nella cesta
Gilda : Guardo la mia sorellina
Matteo C. : L'aiuto a lavare le pentole
Eleonora : A cucinare
Daniele : Lavo il pavimento, i piatti e apparecchio
Riccardo: L'aiuto a fare un po' troppo tutto anche ad apparecchiare
Giulio: Pulisco il pavimento col secchio
Gaia: Ad apparecchiare con acqua bicchieri e tovaglioli
Andrea: Aiuto nonna a lavare i bicchieri, i vetri
Guela: io sono albanese
Ferdinando: Io aiuto la mia mamma e il mio babbo
Matteo B. : Io aiuto mamma quando sta male
Victor: Anche io
Giamila : Io porto la spesa
Mirko: Quando la mamma sta male gli porto un orsetto
Noemi: Io aiuto tutti in casa
Francesca: Vorrei portare i sacchetti ma la mamma non vuole
Giamila : Mamma dice che sono brava
Rossella: Aiuto babbo quando me lo chiede
Benedetta: Apro le portelle quando scarica le balle d'acqua
Ferdinando : Aiuto mamma con le borse pesanti
Yassen : Pulisco tutta casa
Gaia: Aiuto solo il mio babbo
Bianca: Aiuto mamma a fare i lavori
Selene: io aiuto mamma a cucinare la gallina
Matteo T. : La mia mamma non ha bisogno di niente
Michele: Metto a posto i giochi insieme ad Asia